Deleghe e Metrocity, Reggio è in gabbia
21 Gennaio 2023
In questa situazione diminuisce la qualità e la quantità di servizi erogati a favore della popolazione dello Stretto
di Davide Imeneo
(Avvenire di Calabria)
La Città Metropolitana di Reggio Calabria rischia di diventare una grande incompiuta. E non per motivi legati all’agire o alla stasi di chi ieri, oggi e domani, si trovava, si trova e si troverà ad esercitare un servizio politico o amministrativo in carico all’ente di Palazzo Foti.
La Città metropolitana di Reggio Calabria, infatti, ha le mani legate perché nonostante sia trascorso quasi un decennio dalla sua istituzione, non ha ancora ricevuto le deleghe dalla Regione Calabria. Vuoi per mancanza di fiducia, o per il mancato allineamento dei colori politici tra la Cittadella di Germaneto e Piazza Italia, queste deleghe sono rimaste a Catanzaro. Ne consegue una drammatica paralisi politica e amministrativa che appesantisce la gestione della Città Metropolitana, limita le potenzialità dell’Ente, diminuisce sensibilmente la qualità e la quantità dei servizi erogati a favore della popolazione dello Stretto.
La legge numero 56 del 2014 che ha istituito le Città metropolitane, compresa quella di Reggio Calabria, «ha inteso realizzare una significativa riforma di sistema della geografia istituzionale della Repubblica - ha asserito la Corte costituzionale - in vista di una semplificazione dell’ordinamento degli enti territoriali, senza arrivare alla soppressione di quelli previsti in Costituzione».
Le città metropolitane sono a tutti gli effetti enti territoriali di vasta area, e perseguono finalità istituzionali generali ben precise: sviluppo strategico del territorio metropolitano; promozione e gestione integrata dei servizi, delle infrastrutture e delle reti di comunicazione della città metropolitana; cura delle relazioni istituzionali afferenti il proprio livello, comprese quelle con le città e le aree metropolitane europee.
Pianificazione territoriale generale, trasporto pubblico locale, turismo, agricoltura, forestazione, ambiente, ciclo integrato dei rifiuti, sono solo alcune delle funzioni che dovrebbero essere delegate dalla Regione Calabria a Palazzo Foti. Stiamo parlando di settori che costituiscono la spina dorsale della Pubblica amministrazione e che stanno alla base dei servizi essenziali rivolti ai cittadini.
Ma non solo. Reggio è privata di una visione strategica: la pianificazione territoriale generale appena citata permetterebbe alla Metrocity di proiettarsi nella propria dimensione naturale, quella dell’area metropolitana dello Stretto, che consentirebbe di costituire un triplo asse di sviluppo sinergico con Messina fondato su Sanità, Università e Impresa. Tante sono le limitazioni a cui la Città metropolitana di Reggio Calabria è costretta a causa del mancato conferimento delle deleghe.
Nel mese di febbraio, una attesa sentenza del Tar potrebbe aprire la pista ad una possibile azione giudiziaria da parte di Palazzo Foti. È triste, però, dover sperare nella magistratura anche per ottenere ciò che spetta per dettame costituzionale. Ed è ancor più triste constatare che debba essere la magistratura a dirimere questioni tra Enti calabresi: a chi giova questa guerra tra poveri?
Metrocity ancora senza deleghe, Nucara: «Ricorso al Tar, strada praticabile»
21 Gennaio 2023
Attualmente a Palazzo Alvaro si attende l'esito di un altro ricorso contro la gestione unificata del settore rifiuti in campo alla Cittadella
di Francesco Chindemi
(Avvenire di Calabria)
Qualora la Regione decidesse di rimandare ulteriormente il trasferimento delle funzioni alla città metropolitana di Reggio Calabria, «l’eventuale ricorso al Tar potrebbe essere una strada percorribile». Lo dice ad Avvenire di Calabria, il direttore e segretario generale dell'ente di Palazzo Foti, Umberto Nucara.
A precisa domanda, il direttore e segretario generale dell’ente di Palazzo Foti, Umberto Nucara, non esclude l'ipotesi di un ricorso al Tar, «anche se - ammette ad Avvenire di Calabria - non abbiamo esplorato concretamente questo percorso».
Un ricorso al Tar, però, ci dice, «è stato fatto per contestare, sotto il profilo della legittimità costituzionale, la legge regionale che, a distanza di due anni, ha tolto alla Città metropolitana la delega in materia di rifiuti, ricentralizzando la funzione, con l’istituzione di un’autority unica». Entro febbraio è prevista la pronuncia dei giudici amministrativi.
Certo, ancora Nucara, «questo non è il ricorso al Tar per contestare la mancata adozione, da parte della Regione, della legge che prevede l’attribuzione di funzioni alla città metropolitana. Ci darà, comunque, una risposta per capire cosa pensa un tribunale amministrativo o, eventualmente, la Corte costituzionale di questo modo di costruire i rapporti tra pubbliche amministrazioni». Insomma, si capirà se la Regione, arrogando a sé una funzione costituzionalmente attribuita ad un ente intermedio, ancora il direttore generale, «abbia fatto o meno un capriccio».
«Un’eventuale pronunciamento in nostro favore non è escluso ci darà la forza, sotto il profilo giuridico, ad osare qualcosa di più», ancora Nucara. La speranza, tuttavia, è che la Regione si mostri disponibile all’ascolto, ancor prima di rivolgersi, nuovamente, alla giustizia amministrativa. Tra le ipotesi prese in esame, il manager della Metrocity ha anche proposto al sindaco di “abbozzare” un testo di legge regionale da presentare al presidente della Regione e alla vicepresidente con delega alla città metropolitana. L’intento, spiega, «pur non rientrando ciò direttamente nelle nostre competenze, è stimolare il dialogo. Dare l’input all’apertura di un tavolo che, al massimo entro sei mesi, consenta di raggiungere l’atteso traguardo».
Il tassello mancante, infatti, è proprio la legge ordinamentale che disegni il confine di competenze tra la Regione e la Città metropolitana, così come previsto dalla riforma “Delrio” sugli enti locali. «Una volta raggiunto tale obiettivo - ha motivo di ritenere Umberto Nucara - non avremmo più alibi e dovremo assumerci, come ente, le nostre responsabilità, anche dinnanzi a fallimenti».
Invece, al momento, la città metropolitana «è solo una grande potenzialità ». Che non si traduce, però, in occasione persa, anche se il ritardo accumulato negli anni ha inciso sullo sviluppo del territorio. L’ente, «se ottenesse le funzioni reciterebbe un ruolo da protagonista ». Insieme alle funzioni, poi, arriverebbero le risorse. Aumenterebbe, inoltre, anche il potere contrattuale «pur in ambiti non di stretta competenza dell’ente intermedio, come la sanità», che rientrano indirettamente nella pianificazione strategica, propria delle funzioni dell’ente.
Stesso discorso vale anche per i servizi sociali, «nel momento in cui la norma prevede che la città metropolitana promuove e coordina lo sviluppo economico e sociale. Questo è l’altro filone: l’idea di strutturare il sistema di servizi pubblici - spiega Nucara fa pensare ad un governo del territorio, alla base del quale c’è una visione. Qualunque opera pubblica, dalla scuola ad una strada, assume un senso nel momento in cui diventa strumento per gestire e garantire servizi».
Documenti
13 Ottobre 2015
Traferimento funzioni da Regione Calabria a Città Metropolitana